Se potessi essere chiunque, vorrei essere… me

“Se poteste essere chiunque… chi vorreste essere?”

Così inizia il libro di Bruce Lipton “La Biologia delle Credenze”: l’autore racconta che per lunga parte della sua vita ha desiderato di poter essere chiunque tranne se stesso. Quanti di noi lo fanno? Pensano di non poter avere successo in questo o quel campo, e guardano con ammirazione, o con invidia, ai risultati raggiunti dagli altri, desiderando di essere come loro.

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Dal momento in cui Lipton comprese che non siamo schiavi dei nostri geni, il nostro destino non è scritto, ma noi stessi possiamo crearlo, egli capì che la risposta a questa domanda non può che essere: voglio essere me stesso! Aveva trovato il modo di cambiare ciò che aveva bloccato la sua vita!

Lipton spiega come il dogma che la nostra vita sia controllata dai geni sia incorporato nel livello più elementare di educazione dei bambini, ed è costantemente ripetuto in ogni livello d’istruzione superiore. La maggior parte delle persone è condizionata a credere che il corpo umano rappresenti un’automa geneticamente controllato. Secondo questo punto di vista, dovremmo considerarci vittime dell’ereditarietà. Siamo stati programmati ad accettare di essere sottomessi al potere dei nostri geni. Il dogma attuale della scienza convenzionale sostiene che riceviamo in eredità codici genetici tramandati e che siamo incapaci di cambiare. Quindi dovremmo essere privi della capacità di riprogrammare il nostro destino.

Gli esseri umani hanno indubbiamente un’incredibile capacità di attaccarsi a false convinzioni con passione e tenacia, e anche gli scienziati iper-razionali non ne sono certo immuni.

Invece la buona notizia è che in realtà non siamo vittime dei nostri geni. Una comprensione radicalmente nuova riconosce che l’ambiente, e più precisamente la nostra percezione dell’ambiente, controlla direttamente il nostro comportamento e l’attività dei nostri geni. Dato che le nostre “percezioni” possono essere più o meno precise o imprecise, potremmo più appropriatamente definirle credenze. Piuttosto che i nostri geni, sono quindi le nostre credenze che controllano la nostra biologia.

Rivediamo ciò che sappiamo sulle nostre cellule. Le funzioni delle cellule derivano direttamente dalle attività innescate dalle proteine “ingranaggi”. Il movimento prodotto dagli aggregati di proteine fornisce le funzioni fisiologiche che consentono la vita. Le proteine sono i mattoni costitutivi fisici ma, per innescare il loro movimento, sono necessari i segnali ambientali complementari. L’interfaccia tra i segnali ambientali e le proteine del citoplasma che generano i comportamenti è la membrana cellulare. Essa agisce come il “cervello” della cellula.

Con l’evoluzione di specie animali sempre più complesse, le cellule specializzate si assunsero il compito di monitorare e organizzare il flusso delle informazioni: il cervello ha sviluppato una specializzazione che ha permesso all’intera comunità delle cellule di sintonizzarsi con lo status dei suoi segnali di regolazione. L’evoluzione del sistema limbico ha creato un meccanismo per convertire i segnali chimici della comunicazione in sensazioni che potevano essere percepite da tutte le cellule della comunità. la nostra mente conscia sperimenta questi segnali come emozioni.

Nel suo “Molecules of Emotion” Candace Pert dimostra che non solo la “mente” non è localizzata nel cervello ma in tutto il corpo attraverso le molecole-segnale, ma anche che, attraverso l’autocoscienza, la mente può usare il cervello per generare emozioni, queste quindi non sono più solo risposte alle informazioni ambientali, ma possono essere create da noi.

Grazie alla nostra meravigliosa mente umana possiamo scegliere di percepire l’ambiente in modi diversi, a differenza delle cellule la cui consapevolezza è di tipo riflesso.

Un uso appropriato della consapevolezza può quindi ridare la salute ad un corpo malato, al contrario una gestione inconscia e inappropriata delle emozioni può far ammalare un corpo sano. Possiamo rimodellare la nostra vita cambiando le nostre convinzioni!


Bruce Lipton, “La Biologia delle Credenze” Macro Edizioni 2006

foto dal web

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