Il mondo delle emozioni

Tu sei sempre stato uno che tutto sopportando nulla subisce: e con pari animo accoglie i favori e gli schiaffi della Fortuna […] Mostrami un uomo che non sia schiavo delle passioni e me lo porterò chiuso nell’intimo del cuore, nel cuore del mio cuore, come ora te.

William Shakespeare, Amleto

bernini

Che cos’è un’emozione? Possiamo descriverla fisicamente come una modificazione del normale stato di quiete dell’organismo che si esprime con l’impulso all’azione e specifiche reazioni fisiologiche. L’emozione è un’esperienza complessa, che ha diverse dimensioni. Seguendo la teoria dell’evoluzione, l’emozione è un impulso ad agire che supera il sistema cognitivo e la sua lenta elaborazione, stimolando una reazione immediata che può essere decisiva per la sopravvivenza. Secondo Daniel Goleman[1] un’emozione si riferisce a un sentimento e ai pensieri, alle condizioni psicologiche e biologiche che lo contraddistinguono, nonché a una serie di propensioni ad agire. Vi sono centinaia di emozioni con tutte le loro mescolanze, variazioni, mutazioni e sfumature. Alcuni teorici propongono famiglie emozionali fondamentali, anche se non tutti concordano nell’identificarle.

Ecco i candidati principali e alcuni membri delle loro famiglie:

Collera: furia, sdegno, risentimento, ira, esasperazione, indignazione, irritazione, acrimonia, animosità, fastidio, irritabilità, ostilità, e, forse al grado estremo, odio e violenza patologici.

Tristezza: pena, dolore, mancanza d’allegria, cupezza, malinconia, autocommiserazione, solitudine, abbattimento, disperazione e, in casi patologici, grave depressione.

Paura: ansia, timore, nervosismo, preoccupazione, apprensione, cautela, esitazione, tensione, spavento, terrore; come stato psico-patologico, fobia e panico.

Gioia: felicità, godimento, sollievo, contentezza, beatitudine, diletto, divertimento, fierezza, piacere sensuale, esaltazione, estasi, gratificazione, soddisfazione, euforia, capriccio e, al limite estremo, entusiasmo maniacale.

Amore: accettazione, benevolenza, fiducia, gentilezza, affinità, devozione, adorazione, infatuazione, agape.

Sorpresa: shock, stupore, meraviglia, trasecolamento.

Disgusto: disprezzo, sdegno, aborrimento, avversione, ripugnanza, schifo.

Vergogna: senso di colpa, imbarazzo, rammarico, rimorso, umiliazione, rimpianto, mortificazione, contrizione.

Questo elenco non risolve il problema della classificazione, non potendo tenere conto delle emozioni miste quali la gelosia, una variante della collera che si mescola anche alla tristezza e alla paura. Il dibattito sulla classificazione delle emozioni è aperto.

Paul Ekman suggerisce l’universalità di quattro emozioni riconosciute dalle espressioni facciali specifiche in ogni cultura del mondo: paura, collera, tristezza, gioia.

Le emozioni sono proprio necessarie?

Sebbene alcuni filosofi abbiano accusato le emozioni di rappresentare quanto di più irrazionale e “animale” è insito nella natura umana, senza di esse non saremmo in grado di apprezzare le espressioni artistiche, né di fare il tifo per la squadra del cuore; il timore del castigo funziona per molti individui come deterrente dal commettere azioni riprovevoli… le emozioni rendono la vita più instabile, disordinata e imprevedibile, ma sono una guida per affrontare situazioni e compiti troppo difficili e importanti perché possano essere affidati al solo intelletto: si pensi ai momenti di grande pericolo, alle perdite dolorose, allo stabilirsi del legame di coppia e alla costruzione del nucleo familiare. Finora si è data troppa importanza al valore, nella vita umana, della sfera razionale. Nel bene o nel male, quando le emozioni prendono il sopravvento, l’Intelligenza Razionale può non essere di alcun aiuto.

Goleman conia la definizione di Intelligenza Emotiva: è un aspetto dell’intelligenza legato alla capacità di riconoscere, utilizzare, comprendere e gestire in modo consapevole le proprie ed altrui emozioni. L’intelligenza emotiva si può definire come “la capacità di controllare i sentimenti ed emozioni proprie  e altrui, distinguere tra di esse e di utilizzare queste informazioni per guidare i propri pensieri e le proprie azioni”. Secondo Goleman, sviluppare questo tipo di intelligenza può costituire un fattore determinante nel raggiungimento dei propri successi personali e professionali. Una persona dotata di elevato Quoziente Intellettivo ma non di Intelligenza Emotiva può non raggiungere il successo che ci si aspetta dalle sue potenzialità. Viceversa, persone non particolarmente intelligenti hanno raggiunto il successo grazie ad una elevata intelligenza emotiva che li ha messi nelle condizioni di capire le persone e dare loro quello che si aspettano.

Gli uomini dotati di grande intelligenza emotiva sono socialmente equilibrati, espansivi e allegri, non soggetti a paure o al rimuginare di natura ansiosa. Hanno la spiccata capacità di dedicarsi ad altre persone o a una causa, di assumersi responsabilità, e di avere concezioni e prospettive etiche, nelle loro relazioni con gli altri sono comprensivi, premurosi e protettivi. La loro vita emotiva è ricca ma appropriata; queste persone si sentono a loro agio con se stesse, con gli altri e nell’universo sociale ne quale vivono.


[1] D. Goleman “Intelligenza Emotiva”, Appendice A, BestBUR 2014

Foto-collage: Gian lorenzo Bernini: David – Il ratto di Proserpina -Estasi di S. Teresa – Apollo e Dafne – Anima Dannata (particolari).

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