Diventare ciò che si è

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Alla base dell’approccio centrato sulla persona sviluppato da Carl Rogers vi è un presupposto fondamentale che egli chiama “tendenza attualizzante”: l’uomo ha in sé la spinta a divenire ciò che è destinato a essere, come la ghianda prodotta dalla quercia ha in sé la potenzialità di diventare essa stessa quercia.

Rogers, seguendo il pensiero di diversi scienziati tra cui il biologo premio Nobel Albert Szent-Györgyi, sostiene che nell’universo, in contrapposizione alla tendenza all’entropia, esiste anche una tendenza formativa, osservabile ad ogni livello (sintropia). Ogni galassia, ogni stella, ogni pianeta ha preso forma da una tempesta di particelle vorticose meno organizzate. Nell’evoluzione vi è un ordine, una tendenza alla complessità, a partire dagli organismi unicellulari fino alla complessa architettura dell’uomo.

“La vita è un processo attivo, non passivo. Sia che lo stimolo provenga dall’interno o dall’esterno, sia che l’ambiente sia favorevole o sfavorevole, i comportamenti di un organismo possono essere compresi in termini del mantenimento, dell’arricchimento e della riproduzione di se stesso. È questa la natura del processo che chiamiamo vita. Una tendenza del genere è all’opera in ogni momento”[1].

Questa tendenza fondamentale porta l’individuo ad affrontare anche difficoltà per andare verso una sempre maggiore autonomia, maturità e realizzazione.

“Gli individui hanno in se stessi ampie risorse per auto-comprendersi e per modificare il loro concetto di sé, gli atteggiamenti di base e gli orientamenti comportamentali”[2].

È l’organismo in quanto totalità che esercita tale tendenza. La fonte di energia è intrinseca nella persona e orienta lo sviluppo verso l’attuazione ottimale delle sue potenzialità.

Vi sono tre condizioni che devono necessariamente essere presenti affinché tali potenzialità vengano espresse:

il primo elemento può essere definito genuinità, autenticità o congruenza: l’individuo entra in relazione con un’altra persona che nel suo rapporto con lui è autentica e ben integrata, ovvero liberamente se stessa.

Il secondo fattore è l’accettazione positiva incondizionata: questa persona nutre nei confronti dell’individuo un sentimento positivo non legato ad un comportamento buono o a una performance, ma per la totalità dell’individuo in quanto persona. Questo implica un’accettazione non solo degli aspetti coerenti dell’individuo, ma anche di quelli incoerenti.

Il terzo è la comprensione empatica: l’individuo viene riconosciuto e compreso nei suoi propri sentimenti ed emozioni.

Date queste tre condizioni, si sviluppa un clima favorevole alla crescita personale. Queste sono altresì le caratteristiche fondamentali della relazione tra counselor e cliente, ma possono essere applicate a qualunque relazione che abbia come proposito la crescita personale: genitori, insegnanti, religiosi… ogni figura di riferimento.

Quando le persone sono accettate e valorizzate, tendono a sviluppare un atteggiamento di maggior cura verso se stesse. La consapevolezza svolge un ruolo importante in questo processo: la capacità di concentrare l’attenzione conscia sembra costituire uno degli sviluppi evoluzionistici più recenti della nostra specie. Maggiore è la consapevolezza di sé, più libera è la scelta verso un direzione in armonia con il flusso dell’evoluzione: in altre parole, se all’uomo viene assicurata la possibilità di esprimersi liberamente, l’uomo sceglie il bene.


[1] Carl Rogers. “Un modo di Essere”, Giunti Editore 2012, pag. 128

[2] Ibidem, pag. 124.

Foto di Sara Fresu

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