Come una massima della subacquea può aiutarci a superare gli auto-inganni

Abbiamo già trattato di come la nostra mente lavori per la maggior parte del tempo in modo automatico, quando ci accadono determinate situazioni la nostra mente viene attraversata da pensieri, che condizionano le nostre emozioni e quindi i nostri comportamenti, talmente rapidi e automatizzati che non ce ne rendiamo neanche conto: ci sembra infatti che l’emozione ci travolga in maniera immediata. In realtà l’emozione che proviamo non è causata dalla situazione in sé, ma dai pensieri automatici che quella situazione ci innesca. In poche parole, è il nostro personale significato che diamo agli eventi che ci accadono a renderci felici, tristi, arrabbiati, ansiosi, e così via. La mente incrocia i dati della situazione presente con analoghe situazioni del passato, e fa scattare in tal modo i pensieri automatici. Questi pensieri però non sono altro che auto-inganni, che possono essere funzionali in alcuni casi, ma spesso diventano un ostacolo per il nostro benessere.

Quando siamo travolti da un’emozione spesso non ci diamo il tempo di capire qual è la reale situazione, proprio perché sono già partiti una serie di pensieri automatici. La realtà però è che se la situazione che ci ha scatenato l’emozione accade nel presente, noi non sappiamo realmente come andrà a finire, stiamo solo applicando un cliché di una situazione analoga già vissuta. Ma “analoga” non significa affatto “la stessa” situazione! È necessario fare un passo indietro per analizzare ciò che davvero sta accadendo: quindi fermiamoci, sgomberiamo la mente, analizziamo la situazione.

fermati respira pensa agisci

Una cosa che ho imparato dalla passione per la subacquea è un concetto molto semplice per l’auto-aiuto:

FERMATI – RESPIRA – PENSA – AGISCI

Il sub immerso nell’ambiente acquatico vive un’esperienza completamente diversa rispetto alla vita quotidiana, in cui siamo “immersi” da quando siamo nati. Il sub è un ospite nel mondo sommerso: in uno sport come la subacquea in cui l’ambiente esterno è quanto di più lontano dalla quotidianità dell’uomo, che non è nato per respirare sott’acqua, è di vitale importanza imparare a riconoscere e gestire ogni situazione rimanendo calmi e lucidi. Divenire buoni subacquei non è solo questione di tecnica e di abilità ma di atteggiamento.  I migliori compagni d’immersione possiedono tre qualità: sono subacquei fiduciosi, responsabili e preparati.

Ma come possiamo renderci conto che i pensieri che ci attraversano la mente sono auto-inganni?

Riflettiamo su come questi pensieri sono strutturati: solitamente sono rigidi, brevi e assoluti: “non valgo nulla“, “nessuno mi capisce”, “capitano tutte a me”. È presente in questi pensieri una sorta di assolutizzazione, compaiono infatti spesso avverbi come:

  • mai
  • niente
  • nessuno
  • tutto
  • nulla
  • sempre
  • totalmente
  • assolutamente
  • completamente

Questi pensieri vengono chiamati in psicoterapia cognitivo-comportamentale “distorsioni cognitive”. Ora, a meno che questi non provochino un grave disagio psichico non è necessario scomodare lo psicoterapeuta per iniziare a renderci consapevoli di questi pensieri disfunzionali, possiamo ridurre l’influenza che le distorsioni cognitive hanno su di noi rendendoci consapevoli di questi pensieri e cercando di contrastarli.

Proviamo a mettere i nostri pensieri per iscritto: in questo modo possiamo rileggerli e analizzarli.

Usiamo il pensiero logico: se l’automatismo ci dice che “va tutto male”, prendiamo in considerazione gli aspetti della nostra vita che invece vanno bene, confutando così il pensiero automatico distorto.

Guardiamoci dall’esterno: se il nostro pensiero è “sono un buono a nulla”, diremmo questa frase a un nostro caro amico? Sicuramente no, non solo perché non vorremmo farlo soffrire, ma anche perché per quanto abbia commesso qualche errore, non potrà mai essere un totale fallimento! Ecco, cerchiamo quindi di essere il nostro migliore amico, iniziando a guardarci con un occhio meno giudicante e più empatico.


foto: Adolfo Macciocco

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