Il ponte tibetano

Un uomo si incammina per un lungo viaggio. A un certo punto arriva sul ciglio di un grande baratro e l’unico modo per attraversarlo  è passare per un ponte tibetano. Non appena l’uomo si avvicina al ponte, dai cespugli salta fuori un orco feroce e minaccioso.

ponte tibetano

L’uomo indietreggia e l’orco avanza, e avanzando l’orco diventa sempre più grande. Allora l’uomo fa ancora qualche passo indietro, ma l’orco avanza ancora e, avanzando, diventa sempre più grande. L’uomo continua a ritirarsi e la stessa cosa continua a ripetersi. Ormai l’orco è enorme e sta per afferrare l’uomo per divorarlo.

 A questo punto l’uomo ha un momento di consapevolezza e si rende conto di quello che sta accadendo. Dice: «Be’, io continuo a indietreggiare e l’orco continua ad avanzare e ingrandirsi. Ormai sono spacciato, quindi non ho niente da perdere. Cosa succederebbe se andassi avanti anziché indietro?».

L’uomo avanza e, con sua sorpresa e sollievo, l’orco si ritira e rimpicciolisce un poco. Allora l’uomo, pieno di speranza, continua ad avanzare e l’orco continua a ritirarsi, finché alla fine l’uomo arriva al margine del ponte.

A questo punto l’orco è così piccolo che gli sta sulla punta di un dito; allora l’uomo lo prende in mano e, incuriosito da quell’essere, gli chiede come si chiama. L’orco risponde con una vocetta stridula: «Sono la Paura!».

L’uomo scrolla la paura dal dito e prosegue il suo viaggio.


McKenzie, S. – Hassed, C: “Il libro della Mindfulness” Ed. Erickson, 2016

foto: Pinterest

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